TINDER PER CONOSCERE PERSONE IN VIAGGIO? SÌ, MA NON SOLO

Prima di partire per il Regno Unito per un viaggio di cinque settimane che inseguivo da più di due anni, immaginavo avrei potuto raccogliere materiale per scrivere un pezzo sull’uso delle dating app all’estero. Tipologia di profili, approcci, interazioni, eventuali incontri e differenze con quanto sperimentato in Italia negli anni.

Ecco, mentre stoicamente mi sorbisco un 24-hours-back-journey (lo so, lo so: cinque settimane all’estero e me ne esco con questa espressione priva di senso) mi trovo a scrivere un post ben diverso, per parlare di come in queste settimane si siano sviluppate le mie conoscenze e di che parte abbiano avuto le app per il dating. Perché una parte l’hanno avuta, eccome.

Let’s go.

 

Liverpool, una città che mi ha respinta

Sono stata tre settimane a Liverpool per fare un corso intensivo di inglese in una scuola che doveva essere internazionale, ma che era una sorta di exclave colombiana. Queste sono le riflessioni a caldo che ho scritto sul mio account Instagram.

Changeable e windy.

Sono le due parole che mi hanno accompagnata in queste tre settimane a Liverpool, tre settimane di vita nella città più faticosa in cui mi sia capitato di vivere o transitare. Quasi una cartolina retrodata da cui Ari Aster potrebbe avere tratto ispirazione per quel paesaggio urbano e umano, grottesco e devastato, che fa da cornice a “Beau ha paura”.

Una città in cui mi sono sentita costretta, ristretta, intrappolata tra i grattacieli, addolorata per quel pezzo di umanità affranta che stava ogni giorno sotto i miei occhi, incredula che tutto quello che vedevo potesse davvero accadere, che questo fosse un modello di città in cui è sano vivere. Una città in cui ho faticato fino all’ultimo a trovare il ritmo dei miei passi. In cui il sapore agrodolce della vita l’ho trovato solo in due parole.

Changeable e windy.

Changeable come il meteo, variabile di ora in ora, di minuto in minuto. Windy come quel soffio di vita che ti passa tra i capelli, ti strapazza i vestiti, ti rinfresca le ossa, ti spinge avanti o ti contrasta senza sosta.

Changeable e windy.

Due parole che sono state un monito e un insegnamento continuo: tutto scorre, anche i tuoi passi qui. Come le nuvole nel cielo o quella brezza, a volte rivitalizzante, a volte soffocante, che shakera tutto quello che può e fa di te un nuovo cocktail.

A parte l’avversione che, mio malgrado, ho provato per la città e la difficoltà nel farmi attraversare da una realtà così diversa da quella a cui aspiro, ecco le considerazioni che ho fatto su questa esperienza.

La timidezza nelle relazioni dal vivo e la mediazione della scrittura

Negli anni sono notevolmente migliorata, ma resto timida e insicura nella relazione dal vivo con le altre persone. Soprattutto nei primi approcci e se provo un qualche genere di interesse. I giorni a Liverpool sono stati importanti per capire come sia necessario per me riconoscere e prendermi cura di questa mia fragilità. Riconoscerla, accoglierla, accudirla.

“Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare“, cito lo psicoterapeuta Carl Rogers. Prima di chiedere a qualunque altra persona di apprezzarmi per come sono, devo chiedere a me stessa di accettarmi per come sono. Detto in altre parole: “Sono quella che sono” (Wislawa Symborska). “E va bene così” (Vasco Rossi).

Ma cosa sarà mai successo nella scuola internazionale presa in ostaggio da un gruppo impetuoso di trentenni colombiani? Per tre settimane ho guardato con gli occhi dell’ammmmmore Javier, un ricercatore cileno dedito allo studio della filosofia della scienza, ma senza riuscire a sbloccare nessun tipo di approccio. Javier, il mio compagno preferito, quello più intellettuale, più svagato, quello che c’era in classe e nello stesso tempo non c’era (spoiler: chattava con la fidanzata). Il mio compagno di banco. Quello che cercavo e che in qualche modo mi cercava. Quello che mentre io al cinema ho visto “Elemental” della Pixar, lui solo per “Oppenheimer” ha posato il culo sulla sedia dell’Everyman Cinema. Quello magro magro, alto, con gli occhiali cerchiati di scuro e il sorriso super. Quello con l’accento inglese più simile al mio. Quello che non importa chi sei, dove sei, come sei messa, quanto stai male lontana da casa e in una città che neanche nei tuoi incubi più cupi: quando c’è lui l’aria nella stanza si fa più tersa (e no, non è una mera questione di areazione, che purtroppo, devo ammettere, era molto carente in tutta la struttura).

Ho capito anche che mi piace e mi trovo nel mio elemento quando mi avvicino a un’altra persona attraverso la scrittura. Che per me la scrittura è uno spazio confortevole, di gioco e scoperta, che mi permette di ricevere un sacco di elementi utili alla conoscenza e mi rassicura nella possibilità di aprirmi. Ho pensato che se avessi conosciuto Javier in un altro contesto, magari in una chat, mi sarei sentita più libera nell’interazione, più padrona della situazione.

L’esplorazione delle piattaforme per gli eventi di gruppo online e dal vivo

A Liverpool ho riattivato il mio profilo Meetup e ho partecipato a qualche evento in presenza e un paio online. Meetup è una piattaforma che permette di organizzare incontri e iniziative di vario tipo, dalle passeggiate ai corsi, dagli aperitivi alle uscite fotografiche. Non credo nel Nord Italia, dove vivo, sia al momento molto attiva, ma a Liverpool raccoglie un buon bacino di utenti. Partecipare agli eventi, soprattutto dal vivo, mi ha permesso di conoscere persone del luogo, di attivare scambi, di esercitarmi con l’inglese. Ho conosciuto persone gentili e stimolanti, incrociato nuove storie di vita, ricevuto manifestazioni di interesse e offerte di aiuto in caso di necessità, proposte di uscite. Ho capito che le persone cercano spazi di aggregazione e di dialogo, che non sono l’unica a sentirsi sola a volte e che è bello provare a uscire dalla propria zona di comfort e avvicinarsi piano piano alle altre persone, magari facendo attività di comune interesse.

Ecco, ora la questione sarà trovare e sperimentare canali equivalenti in Italia. Mi viene in mente Comehome, dove sono anche host (vi lascio qui il link al mio prossimo evento su scrittura e dating app, nel prossimo futuro mi piacerebbe organizzare anche qualche incontro in presenza), ma anche Blawalk, servizio che però purtroppo è andato decadendo, o qualche gruppo Facebook o Telegram. Fatemi sapere se avete altre idee.

Tra le varie persone conosciute su Meetup, anche dopo la mia dipartita da Liverpool, ho continuato a sentire Carlos, un emigrato spagnolo da anni residente in UK.

Babbinswood, dalla jungla urbana alla jungla e basta

Il maniero, la dimora agreste, la bucolica residenza inglese

Superata, non senza qualche difficoltà, l’esperienza nella città dei Beatles, mi sono d’un tratto resa conto di avere coinvolto me stessa non in un’esperienza di vita in viaggio o di vita come viaggio ma in una “Sfida all’Ok Corral”. E vediamo se ce la fai a sopravvivere.

Prima la vita in una città in cui l’umanità è fatta a molliche e in cui la natura non fa parte del quadro, subito dopo un’esperienza di volontariato nel bel mezzo della campagna inglese, in una fattoria che produce latte e prodotti rigorosamente bio, coltivati secondo i principi della biodinamica e senza uso di fertilizzanti e pesticidi, con grande attenzione alla rigenerazione del suolo. Tra parentesi, ho trovato questa opportunità, spulciando sul sito Wwoof, che monitoravo già da tempo nella versione italiana, in attesa dell’occasione giusta per apprendere un po’ di cultura contadina.

In sintesi, più di venti persone e quattro lingue in una cascina inglese che, se fosse stata meglio tenuta, sarebbe stata più simile a una reggia che alla casa infestata dalla polvere, dalle mosche e dai peli di cane che era. Un luogo suggestivo, magnifico a modo suo, che da bambina mi avrebbe fatta sognare. E che da adulta mi ha fatta tornare un po’ bambina, mentre ammiravo nell’orto il tranquillo ondeggiare delle margherite o spiavo dall’alto della soffitta, trasformata nella mia stanza, il mondo girare e le vacche tornare nella stalla dopo la giornata passata sui prati. Tutto davvero pacificante.

Frullare specie, età, esperienze, lingue

Un luogo che ho adorato, nel quale si mischiavano specie, lingue, esperienze, generazioni, vite, momenti di lavoro e di svago. Mi restano ancora nella testa i mille modi diversi in cui persone di nazionalità e di età diverse hanno pronunciato il mio nome, e come io stessa mi sentissi un po’ diversa. Un’entità in cammino senza spazio e tempo, non più la donna di 43 anni, nata e cresciuta in terra lombarda. Non mi sentivo neanche venti anni, quando parlavo metà in italiano e inglese, e mi sentivo rispondere un terzo in spagnolo, un terzo in italiano e un ultimo spicchio in inglese, da Luis, che stava imparando l’italiano in previsione di un anno di Erasmus a Padova.

Anche qui, fare esperienze, anche fuori dal nostro ordinario, con altre persone che condividono con noi parte del nostro sguardo e del nostro universo valoriale aiuta a intrecciare legami. Poi, ecco, non si sa di che tipo o quanto duraturi. Ma che importa? Il tempo è solo una convenzione, il cammino della nostra anima attraversa i tempi e le generazioni. Ciascun incontro in modo diverso può rappresentare un segnavia.

Wales, alla ricerca di nuovi passi

Non credetemi quando parlo di grigio, il Galles è un arcobaleno di colori in cui tuffarsi

Arriviamo a noi e all’argomento cardine di questo blog. Non pensiate abbia dimenticato le dating app come occasione per fare nuove conoscenze. Per tutta la durata del mio viaggio ho continuato, anche se in maniera saltuaria e non molto convinta, a usare Tinder. Ho anche attivato Hinge, da poco disponibile per il mercato italiano, che pensavo fosse più utilizzata nel Regno Unito. In realtà dalla seconda app non ho avuto granché soddisfazione, ma mi riservo di testarla anche in Italia per capirne meglio il funzionamento e valutarne la resa. Invece Tinder mi regala sempre pepite di un certo pregio, quando metto un po’ le mani nella terra. Mi era già capitato anche in Italia. Vi metto qui il racconto di quella esperienza. Se Tinder non va in vacanza…

L’incontro con Gianfelice, grazie a Tinder

Mi fermo per qualche giorno in una piccola, e potrei dire ridente se fossi Morticia Addams, località all’interno dello Snowdonia National Park, meta ideale da cui partire per le mie esplorazioni. Quasi subito matcho con Gianfelice, pugliese, trentenne, sportivo, vulcanico, estroverso, trapiantato nel Galles, prima per studio e ora per lavoro. Gianfelice esplicita sul proprio profilo di essere su Tinder per un po’ di “short-term fun”, io d’altro canto sono su Tinder per cercare “amicizie”. Non è questo che importa. Non importa cosa si cerca, ma è importante essere pronti ad accogliere chi incrocia il proprio cammino. Gianfelice mi racconta via chat della propria esperienza all’estero: sembra una persona che ha molto da raccontare e che ha voglia di farlo.

Decidiamo di vederci per testare una pizza gallese in un locale di sua conoscenza. È una serata piacevole, in cui lascio da parte l’inglese per tornare a parlare nella mia prima lingua di temi a me cari, come quelli legati al rispetto per l’ambiente. Gianfelice è una persona dinamica ed entusiasta che ha saputo costruire all’estero la propria vita e la propria attività professionale partendo da zero e valorizzando le risorse del territorio. Assorbo un po’ della sua passione e vivacità e penso che, sì, anche a me piacerebbe avere un progetto in cui credere così tanto e che possa contribuire in modo così decisivo a dare un senso a tutto il mio percorso.

Dove lo avrei potuto scovare un tipo come Gianfelice, se non avessi avuto Tinder? Chiaro, sono incontri di una volta nella vita, ma sono begli incontri che avvengono una volta ma che lasciano un segno positivo: nuovo slancio, nuove energie, la speranza di poter continuare a trovare sul proprio cammino persone in grado di ispirare.

La soluzione infallibile per conoscere persone nuove

Le pepite che mi piace scoprire, mettendo le mani nella terra

Tiro le fila di questo muro di testo. Quali conclusioni ne traggo?

  1. Non importa quanto sei in difficoltà: non stare ferma, guida il tuo cammino su nuove strade e verso nuove storie
  2. Prova a fare qualcosa di diverso, a uscire da quella benedetta e pluri-menzionata zona di comfort
  3. Rimboccati le maniche e mettiti a lavorare con altre persone su un progetto comune
  4. Datti nuove possibilità
  5. Attiva più canali, online e offline
  6. Guarda lontano, ma non perdere di vista quello che ti sta accanto
  7.  Accogli l’inaspettato, il non preventivato, l’incerto, anche l’azzardo
  8. Non porti troppe barriere di età, luogo, cultura, sesso. Fluisci nella vita e con la vita.

°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Cosa ne pensate? Anche voi avete utilizzato, state utilizzando o utilizzerete le dating app durante il periodo estivo? O quali altri modi avete sperimentato per conoscere persone nuove? Quali pensate siano i migliori canali o, meglio, i migliori canali per voi?

Nota: questo articolo è stato scritto il 5 agosto 2023, di ritorno dal Regno Unito.

Nota 2: è vero, il villaggio in cui stavo, complice anche la montagna di ardesia e il meteo piovoso, era un po’ grigio. Ma il Galles è un luogo delle meraviglie, in cui ho respirato a pieni polmoni colori tenui, delicati, armoniosi, pieni di vita.

In home page: “Vacanze romane”, William Wyler, 1953

  • Categoria dell'articolo:Racconti
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