Chi è il partner ideale? Chi è la partner ideale? Quali caratteristiche dovrebbe avere la persona con cui condividere parte del proprio cammino?
Domande che ci facciamo tutt*, così, in astratto. E se ci frequentiamo con una persona da, che so, sei mesi, magari ci potremmo chiedere (io no, non guardate me): è lui? È lei? È la persona che ti aspettavi di trovare?
Al bando ogni sospetto. Non mi sono messa a scrivere sceneggiature di film romantici di Natale, quelli in cui una dei due odia le feste perché non le è mai stato regalato il minipony arcobaleno che desiderava tanto (ogni riferimento a fatti, cose o persone è fortemente voluto), però poi incontra lui, che è tanto gentile e accogliente e a Natale fa volontariato in un maneggio. Insomma, si ricrede e iniziano ad allevare pony in carne e criniera.
Oggi, per cominciare bene il nuovo anno, parliamo di possibili compagn* di vita e di quegli aspetti cui badare quando decidiamo di intraprendere una relazione o di farla evolvere.
Riconoscere il partner ideale

“Is he the one? Is she the woman you’ve been searching for your entire life?”. È l’incipit di una newsletter che l’esperto di dating, based in UK, James Preece (non vorrei mai vi accontentaste della fake dating expert Betta, based in Italy), ha fatto recapitare nella mia casella di posta qualche mese fa.
Preece, caro, pensavi mi volessi levare qualche dubbio sul mio partner ideale? Oppure sapevi che era giunta l’ora di rimpinguare quanto avevo scritto nel precedente articolo Ritratto dell’uomo ideale, oppure no, uno dei primi scritti del blog?
Non è mai chiaro se hai trovato la persona dei tuoi sogni o se sei sulla strada per un’altra delusione.
No, non è mai chiaro effettivamente. E la delusione è sempre dietro l’angolo, all’apertura di un messaggio inaspettato, dietro uno sguardo che proprio non ci sta, nell’attesa di una reazione che arriva a fatica.
Però, ecco, c’è un però.
Non si può essere mai certi al 100%, ma ci sono segnali, ci dice Preece, cui è bene guardare. Segnali in grado di offrire vaticini accurati, più di quanto possano fare quelle “sciagurate farfalle nello stomaco. Quelle farfalle si sono sbagliate in precedenza!”.
Assolutamente d’accordo Preece. Le farfalle sono negate con i vaticini. E magari non erano neppure farfalle, magari un po’ di Gaviscon avrebbe risolto tutto, invece di imbastardirsi su una conoscenza che non avrebbe portato a nulla.
Abbiamo bisogno di certezza, di tenere i piedi per terra. Non di assurdi svolazzamenti e battiti d’ali che come sapete possono scatenare uragani da un lato all’altro del pianeta.
Ecco gli elementi cui badare per capire se il tuo attuale amore potrebbe essere davvero “the one”, il/la partner ideale per te. Una sorta di checklist: più caratteristiche corrispondono alla relazione in corso, più è probabile, secondo il nostro dating guru, che di fronte a noi ci sia la persona giusta.
1. Pochi drammi
Quando sei con la persona giusta, la relazione dovrebbe essere in gran parte priva di drammi. Le relazioni raramente diventano più facili. Generalmente diventano più impegnative dopo la fine della fase della luna di miele. Litigi regolari e rancore non sono un segnale positivo per il futuro.
Preece, sto con te. Litigo abbastanza con me stessa per avere tempo e voglia di bisticciare pure con altri.
2. Alto livello di benessere
Quando hai trovato “quell* giust*”, sentirai un alto livello di benessere e tranquillità quando sarai in sua compagnia. Una vita serena è una vita felice. La tua relazione è un luogo di pace e non un luogo di instabilità e disordine.
3. Condividete la stessa visione del futuro
È necessario avere piani simili per il futuro. Altrimenti, almeno un* di voi sarà sicuramente infelice. Se la tua visione per il futuro varia notevolmente da quella del tuo potenziale compagn*, probabilmente non hai ancora trovato “quell* giust*”.
Non so, situazioni e fatti nella vita sono sempre complicati e una certa flessibilità è necessaria. Ma forse ha ragione Preece e quello cui dobbiamo aspirare è la semplicità, anche in una visione comune.
4. Ti senti liber* di essere te stess*
Senti di dover sostenere una certa immagine per il tuo partner? È estenuante e non funzionerà per sempre. Quando hai trovato la persona giusta, ti senti a tuo agio nell’essere il tuo vero io.
Anzi, mi sento di aggiungere, sarai potenziato nel tuo vero io. Sarai tu all’ennesima potenza, e andrai bene così.
5. Condividete valori simili
I vostri valori sono gli stessi? Avete le stesse priorità? La relazione si rivelerà impegnativa se non siete simili in queste aree. Immagina il potenziale conflitto tra qualcuno che apprezza il successo, il denaro e la fama e qualcuno che apprezza la modestia, la moderazione e che ama fare beneficenza.
6. Lo standard medio dell’altra persona è buono
Può essere facile amare qualcuno quando è al meglio di sé, ma non siamo al meglio di noi ogni giorno. Come ti senti quando il tuo partner è nella sua condizione standard?
Preece invita a valutare una giornata media, e non la giornata migliore. Meglio fare i conti con una persona per come è nella propria quotidianità e non nei weekend o mentre sta svolgendo l’attività che preferisce al mondo.
7. Il peggio dell’altra persona è gestibile
Alcune persone sono piuttosto wow nel loro standard medio, ma il loro peggio è troppo da affrontare. Accade, ad esempio, con chi ha problemi nella gestione della rabbia. Quando hai trovato “quell* giust*”, non ti dispiacerà affrontare il peggio che hanno da offrire.
Raga, a tutto c’è un limite però, eh…
8. Siete i migliori amici
“The one” sarà il tuo migliore amico (o la tua migliore amica). Perché dovresti condividere la tua vita quotidiana, un conto in banca e tutti gli alti e bassi della vita con chiunque non sia il tuo migliore amico (o la tua migliore amica)?
9. Lo sai e basta
A volte, puoi solo sentirlo nella pancia. Sai con assoluta certezza che questa è la persona giusta per te.
Preece insinua il dubbio. “Tuttavia, chiediti se ci hai già pensato su qualcun altr* e ti sei sbagliat*. Mica che in realtà sarebbe bastata solo una dose azzeccata di probiotico.
Partner per la vita o partner che ci trasformano la vita?

Molte relazioni hanno degli inizi esplosivi, per crashare e bruciare dopo breve tempo. Le persone che ci suscitano forti emozioni non sono necessariamente il migliore match per una relazione a lungo termine.
Per certi versi sono d’accordo con Preece. Meglio non farsi trascinare da emozioni, magari a breve termine. Ma dal flusso sì, occorre lasciarsi trascinare. Perché quando senti che devi stare vicino a una persona, sempre più vicino, ci devi stare e basta. E non fa niente se non sarà la persona della tua vita, se la relazione non è destinata a durare. Sei chiamat* a stare lì.
Togliamoci dalla testa che le relazioni belle, quelle che vale la pena vivere sono solo quelle pacificanti e durature. Sì, quelle ci fanno bene e vanno bene, sono quelle che restano, che ci accompagnano, quelle che servono ad affrontare gli alti e i bassi della vita.
Ma ci sono anche quegli incontri, che durano un attimo, ma che arrivano nel momento in cui devono arrivare, ci portano da un punto all’altro della nostra vita, ci sconvolgono, ci rigirano come un calzino, ci fanno scoprire cose nuove di noi e poi, sì, ci lasciano, diversi da come eravamo, e forse un po’ più noi. Allora, in questi casi guardare all’abbandono, guardare al fatto che si è trattato di una storia fugace, anche dolorosa, sarebbe come puntare al dito invece che alla Luna.
C’è chi crede ancora a “The one”?
E poi Preece, te lo voglio dire. “The one” non esiste: non è lui a mettere i regali sotto l’albero a Natale. Esiste “one of the many”, o meglio, “one of the few”, uno tra un gruppo ristretto di persone che, a seconda delle combinazioni spazio-temporali, intrecceranno a un certo punto il nostro cammino.
Una di quelle persone che ci attraverseranno e che attraverseremo a un certo punto, che attireremo e che saranno attirate da noi. Una di quelle persone con cui superare lo Stige sulla barca di Caronte, a morire e risorgere di nuova vita.
La mia lista dell’uomo ideale per Tinder

Ora, devo ammetterlo. Tenevo ad aggiornare la lista della spesa l’elenco delle caratteristiche della persona che mi piacerebbe mi fosse proposta da Tinder e compagnia bella.
Ecco cosa avevo scritto nel lontano ottobre 2020 in “The social dilemma” è un dilemma anche per Tinder?
L’intellettuale sfigato con gli occhiali e la pancetta, il creativo che si veste sbragato e ha i capelli sempre in disordine, il parkourista dalla barba incolta e i pantaloni oversize, il nerd con la maglietta dei Ghostbuster e in mente solo l’ultimo manga che ha letto, lo sportivo ambientalista che ama camminare a piedi nudi e nel weekend è solo in mezzo alla natura.
Mi volevo spiegare meglio, perché di pseudo-intellettuali con i pantaloni oversize, barba incolta, ambientalismo sfegatato e piedi-nudismo me ne faccio ben poco, se manca altro. “Al cuore, Ramòn. Punta al cuore”.
Volevo puntare al cuore, dunque. Volevo affermare con boria: a me piace questo, Tinder. E te lo scrivo anche qui (qui, sul blog dove parlo proprio di te, Tinder, dovresti provarne un certo orgoglio). E vediamo questa volta di stare ben attenta a quello che desidero…
Una persona essenziale, che punti al cuore delle persone, delle cose, delle situazioni. Minimalista, diretta, aperta, accogliente, generosa nel darsi, creativa. Che ami raccontare e ascoltare le storie, che mi sappia trasportare in un altro mondo, ma che abbia in ogni occasione l’onestà intellettuale, il rispetto, i piedi per terra e il gusto di discernere il racconto dalla vita, la verità dalla fiction. Che giochi con la me bambina e riconosca la me adulta. Che sappia accarezzare le ombre e guardare alla luce. Che voglia dividere con me la spesa a metà. Che abbia visione, sentire e concretezza. E il coraggio di tenermi la mano, quando cercherà di scivolare via.
Ecco, ora, dopo le riflessioni di Preece, mi appare davvero sciocco.
L’amore tra i sé bambini
Preferisco chiudere con una citazione del primo episodio della prima stagione de “Gli slegati”, un podcast di Chiara Gamberale che invito tutt* ad ascoltare per il mix di sempiterna attualità e grazia.
Racconta Gamberale:
Sono convinta che io dell’amore ancora non ho capito niente, non avrei desiderato fare questo podcast altrimenti. Ma una cosa credo di averla intuita dell’amore. I bambini che siamo stati da piccoli, ecco, un amore funziona se quei bambini vanno d’accordo. Perché ti sta proprio antipatico il bambino di certe persone e scopri che il tuo bambino per alcune persone è proprio insopportabile, non ne capiscono le ragioni, i capricci. Invece misteriosamente alcuni bambini in quel parco giochi che diventa la vita da adulti si riconoscono. “Giochi insieme a me?” “Sì”. E gli piace giocare insieme.
(Al mio bambino preferito, di storia in storia, di vita in vita).
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Siete pront* a riconoscere il partner ideale in questo neonato 2023?
Siete d’accordo con i segnali indicati da Preece?
Cosa ne pensate della riflessione bellissima di Gamberale?
Quali sono gli aspetti cui guardate nel valutare la relazione con un’altra persona? Quali pensate debbano essere le caratteristiche da non mancare?
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