Empowerment femminile e app per il dating: c’entrano qualcosa? Se sì, come e perché?
L’articolo di oggi è dedicato a tutte le ragazze e le donne che leggono il blog (questo blog è nato per entrare in contatto con voi!), e anche a quelle che non mi seguono. L’obiettivo è capire come la presenza e l’utilizzo di servizi online per il dating può aiutare a migliorare la consapevolezza di sé, delle proprie necessità e dei propri desideri, la capacità di fare scelte in linea con la propria identità, i propri valori e i propri obiettivi.
In questo percorso ci accompagna Francesca Zampone, coach e co-fondatrice di Accademia della Felicità.

Accademia della Felicità è una società di coaching e formazione che ha supportato negli anni molte donne alla ricerca di un nuovo equilibrio relazionale.
Partiamo!
Dal ghosting al bridging

Ghosting, orbiting, breadcrumbing. Sparire all’improvviso, transitare nell’orbita senza mai avvicinarsi, lasciare intendere che… ma poi invece no. Chi non ne ha mai sentito parlare o fatta esperienza?
Questi meccanismi, da sempre esistiti, risultano oggi amplificati dalle dinamiche di conoscenza online. Molto più agevole sparire senza lasciare traccia, quando si proviene da cerchie sociali che non si intersecano. Uscire con una persona, e non farsi più sentire, ma continuare a guardare per curiosità le sue storie su Instagram e mettere qualche like più o meno pesato (e pensato). Vi dice qualcosa?
Dating online non vuole dire solo questo però. Avete mai sentito parlare di bridging, da bridge, in inglese ponte, ovvero la possibilità di espandere il proprio mondo, di gettare liane su territori inediti, esplorare universi al di fuori delle consuete cerchie relazionali?
Il bridging è l’utilizzo migliore che si possa fare delle dating app. Online ciascuna di noi ha la possibilità di allargare il bacino di conoscenze e di interagire con tipologie di uomini con le quali altrimenti non verrebbe in contatto,
spiega Francesca Zampone.
Dating app per esplorare territori sconosciuti

Colleghi, famigliari, amici. Amici di amici, se siamo fortunate. Ecco con chi entriamo in contatto, più o meno di frequente. Conoscere persone nuove è diventato sempre più difficile, e la pandemia ha lasciato uno strascico di insicurezze e timori che non possiamo ignorare.
Incontriamo persone con le quali abbiamo un rapporto lavorativo o affettivo o con le quali condividiamo qualche interesse, l’arte, i libri, il fitness. Tutti i miei fidanzati, ad esempio, erano legati al mondo della musica, ambiente che amo e frequento.
E le app come Bumble, Tinder o Once che ruolo possono avere?
Utilizzando app di incontri possiamo spaziare in territori che magari sarebbero esclusi, entrare in contatto con persone fuori dai nostri standard, da ciò che presumiamo ci possa piacere, che difficilmente avremmo avvicinato.
Per fare un esempio, uno chef ha orari di lavoro che difficilmente si conciliano con quelli della maggior parte delle persone, è sicuramente più complicato incrociarlo in contesti diversi da quelli online.
Dating app come esercizio di empowerment

Nella nostra esperienza le dating app, se gestite con consapevolezza, possono diventare un potente spazio di coscienza di sé e di autodeterminazione, un esercizio di empowerment attraverso la conoscenza dell’altro.
Per le donne sono anche uno spazio di libertà: secondo una ricerca condotta da YouGov, e promossa da Tinder, per il 66% delle intervistate sulle app di dating si può scegliere liberamente con chi interagire, il 60% si sente libera di condividere ciò che meglio la rappresenta.
Dating app per liberare la propria sessualità

Il nostro Paese ha sempre vissuto e percepito in modo diverso l’approccio alla sessualità a seconda del genere di appartenenza.
In Italia resta una forte disparità nelle esperienze di uomini e donne. Il femminile ha fatto meno esperienza del maschile che viceversa,
continua Zampone. Anche se la strada è aperta verso una maggiore simmetria di esperienze, le donne culturalmente sono state meno portate a intessere relazioni o frequentazioni, soprattutto se di breve durata. Risultato? Hanno meno consapevolezza di cosa piace loro.
E quando non conosci molto il maschile, sei terrorizzata nel momento in cui ti ci rapporti. Nell’archetipo di Belzebù il maschile non conosciuto diventa il mostro. Ecco, per compensare queste situazioni a volte consigliamo come esercizio proprio l’utilizzo delle dating app.
Insomma, per decidere qual è il tuo gusto di gelato preferito, qualche cono o coppetta lo devi gustare. E le dating app possono aiutare. Basti pensare alla grande quantità di like, primi messaggi, persone e interazioni che una donna può arrivare a gestire, soprattutto quando apre un nuovo profilo e l’algoritmo offre naturalmente un boost.
Ne racconta anche Linda (nome di fantasia), libera professionista di Milano, over 50, approdata su Meetic dopo la fine di una relazione ventennale:
Ho provato a iscrivermi per curiosità e sono stata presa in contropiede dalla miriade di messaggi che ho ricevuto in breve tempo. Un numero di contatti impressionante. In quella fase Meetic per me è stato meglio di uno psicologo. Mi ha risollevato l’autostima. Pur avendo inserito alcuni parametri di ricerca, come l’istruzione, che mi consentivano di fare un minimo di selezione, avevo la casella dei messaggi in arrivo intasata.
Un’esperienza attraverso la quale è passata anche la giornalista francese Judith Duportail, dopo la chiusura della relazione con il suo fidanzato storico. Ne scrive in “L’amore ai tempi di Tinder. In viaggio tra passioni cieche e algoritmi che ci vedono benissimo”.
Lascio che il mio narcisismo salga alle stelle, come se mi avessero somministrato una droga per endovena. Posso piacere a un sacco di uomini contemporaneamente!“. E ancora: “Ogni match, come un micro cerotto, rimargina le ferite della mia autostima. A ogni notifica il mio ego si rinvigorisce.
Spiega Zampone:
Una situazione che nella vita di tutti i giorni non accade e che, se gestita bene, permette di scegliere e di fare un passaggio di consapevolezza.
Dating app per conoscere e conoscersi

Le dating app rappresentano un’opportunità:
- per entrare in contatto con persone diverse, per età, luogo di residenza, studi, hobby, ma con le quali si possono condividere valori e riflessioni;
- per individuare il tipo di scambi che accendono la scintilla dell’interesse, gli approcci graditi, quelli che aprono la mente e quelli che spingono ad allontanarsi;
- per rendersi conto di quali pensieri ed emozioni sono scatenati in noi da un atteggiamento, da una parola, da un modo di fare;
- per capire sempre meglio, sempre più velocemente quali intenzioni si celano dietro un determinato tipo di atteggiamento.
Qual è l’approccio più efficace da adottare quando ci si iscrive su una dating app?
Preferibile non porsi aspettative e obiettivi rigidi: mi devo fidanzare, voglio costruire una famiglia. Le dating app sono un’opportunità per espandere le proprie possibilità verso il mondo, indipendentemente dal fidanzarsi o meno.
Meglio mettersi in ascolto, delle altre persone e di sé stesse. Per capire cosa piace e cosa no, lasciandosi sorprendere. Per trovare connessioni inaspettate, conoscere tanto di sé, scrivendo ad altre persone.
Sì, è online, ma non vuol dire che non sia reale.
Costruire un profilo che sappia raccontare di noi con parole e immagini è fondamentale.
Consigliamo di avere una bio molto precisa, che corrisponda a chi siamo e a cosa vogliamo. A volte assumere pose o atteggiamenti sessualizzati può fare sentire più sicure. Ma è davvero quella l’immagine che vogliamo dare di noi, il messaggio che vogliamo fare arrivare a chi ci guarda?.
Prestare grande attenzione ai segnali, come dick pic non richieste, conversazioni a sfondo sessuale non desiderate, uso di un linguaggio aggressivo: tutti segnali da non ignorare.
Cancellare, bannare, segnalare sono possibilità da utilizzare, quando necessario. Senza pensare di essere cattive e senza ansia di perdere un’occasione. Se una persona appena conosciuta online ci mette a disagio non vale la pena continuare a dare corda.
Last, but not least:
Diffidare di chi ci dice subito: “Sei la donna della mia vita”, soprattutto senza neanche averci viste dal vivo.
Insomma, usare le app è un esercizio di autodeterminazione, ma buttarsi in modo inconsapevole può fare male.
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Cosa ne pensate?
Io non posso che essere d’accordo sia con il tema dell’opportunità offerta dai servizi di dating online di entrare in contatto con persone nuove che con la possibilità di conoscersi meglio, attraverso il confronto con altri.
Donne, fatemi sapere la vostra! Qui sotto oppure via mail raccontami@storiedachat.it, sul canale Telegram Raccontami Storie da Chat, sul mio profilo Telegram @storiedachat o sulla pagina facebook @StoriedaChat.
Vi aspetto, a presto!
P.s. Nel blog cerco, per quanto possibile e a volte con qualche difficoltà, di essere inclusiva, considerando le molteplici identità di genere e gli orientamenti sessuali. In questo caso specifico l’articolo è pensato soprattutto per un pubblico di donne eterosessuali.