CHAT TRA ATTRAZIONE MAGNETICA E GHOSTING: LA STORIA DI LINDA

«Mi sono iscritta su Meetic e mi si è aperto un mondo. Da oltre 30 anni non entravo in contatto con uomini, in un modo che non fosse amicale, professionale o casuale. Fatta eccezione per mio marito e per l’uomo con cui ho avuto una lunga e appassionata relazione, che si è conclusa bruscamente lo scorso anno». Linda ha superato i 50 anni, è una donna piacente, brillante, una professionista riconosciuta e apprezzata, con un approccio caldo e affabile e una vita piena di relazioni.

Da Meetic un aiuto per risollevare l’autostima

Nell’ottobre 2020 sono entrata in crisi.

Una crisi di autostima, a causa della chiusura della relazione importante che l’aveva accompagnata per molti anni, con un uomo che era un amante, ma anche un amico, un compagno, un confidente e un supporto. Una crisi dovuta anche alle restrizioni imposte dalla pandemia che la privavano delle relazioni e dei contatti di cui si nutriva la sua vita e che imponevano a tutt* limitazioni.

È in quel momento che ho deciso di iscrivermi a Meetic. Ho provato per curiosità e sono stata presa in contropiede dalla miriade di messaggi che ho ricevuto in breve tempo. Un numero di contatti impressionante.

Molti di questi inviati da uomini più giovani e da altri che Linda considera «un po’ deprimenti, sia moralmente che esteticamente».

Eravamo tutti rinchiusi, si percepiva un disagio umano e sociale evidente. In quella fase Meetic per me è stato meglio di uno psicologo. Mi ha risollevato l’autostima. Pur avendo inserito alcuni parametri di ricerca, in primis l’istruzione, che mi consentivano di fare un minimo di selezione, avevo la casella dei messaggi in arrivo intasata.

Di questa sensazione parla anche la giornalista francese Judith Duportail in “L’amore ai tempi di Tinder. In viaggio tra passioni cieche e algoritmi che ci vedono benissimo”, nel quale racconta la sua esperienza personale su Tinder, app alla quale si iscrive il giorno della rottura con il suo fidanzato storico.

Lascio che il mio narcisismo salga alle stelle, come se mi avessero somministrato una droga per endovena. Posso piacere a un sacco di uomini contemporaneamente!

E ancora:

All’inizio mi sono lasciata trascinare. Ogni match, come un micro cerotto, rimargina le ferite della mia autostima. A ogni notifica il mio ego si rinvigorisce.

Duportail cita anche uno studio, secondo il quale le donne utilizzano Tinder prima di tutto per migliorare l’immagine che hanno di sé stesse, mentre gli uomini lo fanno per avere storie di una sera e via. Al di là delle motivazioni iniziali e dei risultati dello studio, che non commento, emerge comunque il boost emotivo positivo che può derivare dall’entrare in contatto contemporaneamente con tantissime persone, ricevendone feedback. Un’esperienza che al di fuori di app come queste difficilmente si vive.

Il passaggio difficile tra digitale e reale

chat tra attrazione fatale e ghosting
Saltiamo verso un incontro in real life? (da “Il castello errante di Howl”, Hayao Miyazaki, 2004)

 

Linda riesce a intessere conversazioni frizzanti e stimolanti con alcune tra le persone che restano incuriosite dal suo profilo.

Nella mia vita ho sempre puntato più sulla parte intellettuale che sul mio aspetto fisico. Trovo facile e piacevole conversare via chat.

Gli scambi tramite messaggio sono stati davvero molti. Ma arriva il momento in cui ci si deve muovere da un terreno puramente digitale.

Anche nella lunga relazione extraconiugale che ho avuto la parte fisica aveva avuto un ruolo importante, ma si trattava comunque di una persona che conoscevo da oltre 20 anni. Nel periodo di lockdown era un problema vedersi dal vivo, alcune situazioni si sono guastate anche a causa del mio rifiuto a incontrare l’altra persona a casa per un primo appuntamento, prediligendo nella prima fase dell’incontro un luogo pubblico.

Il desiderio di vedersi emergeva in ogni caso palpabile dal tenore di alcuni messaggi. Ma. C’è un ma. Anche dopo il periodo di chiusura Linda si trova sistematicamente a vivere una situazione che pare ripetersi, più o meno con le stesse modalità.

Quali?

A una fase più o meno lunga di chat, intense, appassionate, vitali, coinvolgenti, forti, ne segue un’altra in cui le stesse persone nicchiano, si sottraggono, oppure spariscono o troncano improvvisamente.

Prima dell’incontro: una serie di sparizioni improvvise

In questi mesi ho vissuto alcune esperienze di ghosting che mi hanno colpita.

A febbraio l’incontro su Meetic con un giovane avvocato.

Una persona molto impegnata professionalmente, ma che amava aprirsi e raccontarsi in chat. La situazione si è subito fatta molto ‘fisica’, mi ha confessato dopo poco tempo dal primo contatto di essere preso e che avrebbe voluto venire presto da me. Combiniamo per vederci una domenica, eravamo in zona gialla. Fino a venerdì eravamo in accordi. Sabato, un giorno prima della data fissata per l’appuntamento, il telefono muore, lui scompare, a nulla valgono i tentativi di chiamarlo e scrivergli. I messaggi restano non letti.

Linda dopo qualche settimana incappa in un altro episodio similare.

Mi scrive, è molto presente. Si informa: cosa fai? Dove vai? Da subito ci diciamo che vorremmo vederci per prendere un caffè. Non mi chiede foto di nudo o sexy, non ha richieste particolari, è presente, spiritoso, attento. Fissiamo un aperitivo una settimana dopo il primo contatto. Mi avverte poco prima: “Mia madre sta male, la sto portando al pronto soccorso”. Non mi allarmo per la defezione. Riprende a contattarmi, ricordandomi il nostro appuntamento per un aperitivo.

I due fissano un altro incontro.

È mercoledì sera, esco dall’ufficio e gli mando un vocale. Mi risponde che avrà qualche minuto di ritardo. “Nessun problema. Ti aspetto”, scrivo. Passano tre quarti d’ora e non si presenta, né si fa vivo. Mi sto innervosendo, provo a chiamare su cellulare ma non risponde, il mio ultimo messaggio risulta non letto. E resterà tale. Me ne sono andata via, lui si è volatilizzato, non l’ho mai più visto online.

Una carrellata di episodi davvero inquietanti. A fine maggio l’incontro su Meetic con un ex diplomatico.

Uomo di 52 anni, mai stato sposato, reduce da una serie di esperienze all’estero, molto benestante. Per due settimane ci sentiamo a tutte le ore, stando anche fino a notte fonda a parlare, acquisendo in breve tempo una grande confidenza su di noi e sulle nostre vite. È una bella interazione, che mi prende di testa. Lui si spinge molto in là: nel trasporto di una delle nostre conversazioni quasi dichiara di essersi innamorato di me.

In quel momento l’uomo è nella sua villa al mare a Salina, ma con Linda decidono di vedersi appena possibile.

Sta organizzando tutto con grande intensità e coinvolgimento. Una notte restiamo una volta in più a parlare fino a tardi, alle sei del mattino mi fredda con un solo messaggio: “Non desidero più proseguire”.

Tanti i dubbi che nascono nella testa di Linda.

Cosa ho fatto? Cosa è accaduto in quella manciata di ore da avergli fatto cambiare idea in modo così radicale? Se c’è uno screzio, un litigio posso capire. Se una persona si defila perché ne ha trovata un’altra che gli è piaciuta di più non è un problema. Ma questi comportamenti risultano davvero inspiegabili.

Altro episodio analogo, poche settimane dopo.

Medico, padovano. Mi aveva scritto mesi prima, ritrovo per caso il suo messaggio a luglio, sempre su Meetic. Lo leggo, guardo il suo profilo, è un bell’uomo, dallo sguardo interessante. Gli scrivo su Telegram, mi ha lasciato il suo contatto. Inizia una chat in cui troviamo una sintonia assoluta: in un’ora ci siamo raccontati la nostra vita. Continuiamo a sentirci. Anche lui è sposato, senza figli. Andiamo avanti a chat, anche di quattro o cinque ore consecutive.

Prosegue:

Riconosciamo entrambi che si è creata un’intesa straordinaria.

Scattano frasi importanti: “Ho bisogno di presenza, è quello che sto cercando”. E ancora: “Voglio vederti, voglio stare con te”.

A un certo punto mi scrive: “Credo di avere trovato la persona che stavo cercando”.

La conoscenza è partita in quinta.

Per una serie di situazioni professionali e personali non riusciamo a vederci. Io parto per la montagna con un’amica, lui è in ferie con la moglie. Sospende il profilo su Meetic, diventa molto prudente, restano un paio di messaggi non letti. Poi di colpo ricompare: “Ti voglio vedere” e scompare ancora.

Lui e Linda non si sono mai più sentiti.

Cosa si cela dietro al ghosting prima di un incontro?

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Oh be’ in aria ci si sta benone (da “Il castello errante di Howl”, Hayao Miyazaki, 2004)

 

Sono situazioni davvero esplosive quelle nelle quali Linda si trova sistematicamente invischiata.

Non capisco il mancato incontro. Ci si può vedere per un caffè, sentendosi liberi di dire di no per una eventuale prosecuzione di conoscenza. Nei primi mesi del 2021 il problema era che si faceva fatica a incontrarsi, a causa delle chiusure, una volta riaperto mi sono scontrata con questa realtà.

Lo sparire prima ancora di essersi incontrat* genera molte perplessità.

Comprenderei lo sparire dopo essersi visti, se si valuta che non ci sono possibilità di approfondire, ma in questo modo non me lo spiego. Le esperienze che ho condiviso coinvolgono professionisti maturi, persone che non hanno mai mostrato difficoltà relazionali o timidezza, abituate per lavoro ad avere a che fare con altre persone. Tra noi ci sono state telefonate, videochiamate. Ero sicura di non essere di fronte a profili fake, ma a persone di cui avevo avuto modo di verificare l’autenticità.

Le dinamiche che si creano sono sempre le medesime:

  • Sintonia iniziale molto forte
  • Scambio di messaggi intenso, frequente, coinvolgente
  • Tanti racconti di vita vissuta e di vita potenzialmente da vivere insieme
  • Manifestazione forte di interesse anche fisico, sessuale
  • Promesse, scorci aperti sul futuro
  • Messaggi che sembrano trascendere lo stesso contesto e la relazione che si è creata (“Mi sto innamorando di te”. Potrebbe mai dirlo con cognizione di causa una persona dopo due settimane di chat? Oh via)
  • Impossibilità per un motivo o per un altro (?) di trasportare l’interesse su un piano più reale
  • Caduta della interazione/relazione o in modo forte e repentino senza spiegazioni (vedi ghosting) o lasciandola affogare dolcemente. Per un approfondimento sul ghosting lascio Persone che fanno ghosting, ecco perchéChi di ghosting ferisce, di ghosting perisce, Oltre il ghosting, ovvero l’arte di lasciare andare.

Cosa si cela dietro allora questi atteggiamenti che si ricalcano da un’interazione all’altra?

Linda prova a darsi una spiegazione:

Penso siano persone che non sanno cosa stanno cercando, che hanno un ideale che non trovano, incapaci di relazionarsi in modo autentico, a dispetto delle proprie professioni. Persone che temono un confronto dal vivo dopo averlo auspicato e provocato. Persone che sono spesso lì, online, come se cercassero qualcosa che non trovano mai. All’inizio sono galvanizzati dalle possibilità. Poi il castello di carte crolla.

Il bisogno di condividere momenti di evasione

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Grande coinvolgimento… ma poi? (da “Il castello errante di Howl”, Hayao Miyazaki, 2004)

 

Cosa ne pensate della storia di Linda? Anche a voi è capitato di vivere situazioni simili? Di sperimentare un grande coinvolgimento, da ‘lontano’, cui poi viene sottratta la possibilità di un riscontro dal vivo? Ho scritto di questa difficoltà nel passare dal digitale al reale anche in “Tra digitale e reale c’è vita e un appuntamento saltato”.

In quell’articolo, tra le varie cause di un mancato appuntamento, avevo indicato che ad alcune persone piace tastare il terreno, suscitare e soppesare reazioni, ma non concludere. Ora vorrei andare oltre, anche stimolata dal racconto di Linda.

Cosa penso di queste situazioni?

Che queste persone da un certo punto di vista sappiano cosa vogliono. O meglio, che sentano un forte bisogno di evasione condivisa, di entrare in un altro mondo accompagnati da una persona che è estranea, quindi non vive la quotidianità e i quotidiani scazzi con loro, non è famigliare, ma nello stesso tempo che ispira sensazioni positive ed è in grado intellettualmente di stimolarne, generarne di nuove.

Tutto questo ha necessariamente bisogno di trovare una controparte in un bar, in un letto, su un’auto? Non necessariamente. Anzi, lo scontro con la vita di tutti i giorni potrebbe portare a perdere quell’aura dorata di cui è stata rivestita la situazione. Per cui sono interazioni che arrivano a un culmine e dopo quel culmine trovano il baratro.

Ora, non sarà così in tutti i casi, in alcune occasioni ci può essere un’autentica difficoltà o una mancanza di sufficiente interesse o di voglia di mettersi in discussione, a maggior ragione se, come nella situazione di Linda, si ha a che fare con una persona franca e aperta che ammette di essere sposata.

Dei motivi che possono portare a un’involuzione di una conoscenza via chat ce ne sarebbe da dire e da discutere.

°*°*°*°*°

Anche a voi è capitato di vivere qualche esperienza similare? Di chattare con qualcun* che poi è scompars* prima di un incontro?

Potete commentare qui sotto oppure via mail raccontami@storiedachat.it, sul canale Telegram Raccontami Storie da Chat, sul mio profilo Telegram @storiedachat o sulla pagina facebook @StoriedaChat.

Vi aspetto, a presto!

P.s. La storia di Linda ha un finale positivo e in evoluzione: fortunatamente si incontrano anche persone che sparigliano le carte! 

P.p.s. A differenza delle altre “Le storie di…” in questo caso, pur raccontando un’esperienza realmente accaduta, ho preferito utilizzare un nome fittizio per tutelare l’identità di Linda. 

Se avete voglia di altre storie (oltre alle mie):

Qui tutti i racconti.

  • Categoria dell'articolo:Racconti
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