A quali rischi ci esponiamo iscrivendoci su una dating app, se pensiamo a sicurezza e condivisione di dati personali? Quali informazioni diamo in pasto alle società che promettono di metterci in contatto online con altr* single? Come possono essere usati questi dati?
L’indagine di Kaspersky sulla sicurezza informatica delle dating app
Vista la crescente popolarità in tempi di Covid di siti e app per il dating, la società di sicurezza informatica e digital privacy Kaspersky ha deciso di replicare l’indagine che aveva condotto nel 2017 per valutare quali siano stati i miglioramenti o i peggioramenti in termini di sicurezza informatica nel panorama delle app di incontri.
Il campione analizzato è costituito da nove app di appuntamenti con una base di utenti a livello globale: Tinder, Bumble, OkCupid, Mamba, Pure, Feeld, Her, Happn e Badoo.
Scrive la società informatica in una nota:
Dall’indagine è emerso che, rispetto al 2017, nonostante le app siano diventate più sicure da un punto di vista tecnico, restano importanti rischi per la privacy.
Dating app e i quattro elementi critici per la privacy
Partiamo da un elemento positivo:
Nel 2017 quattro delle piattaforme analizzate avevano permesso di intercettare i dati inviati dall’app e molte utilizzavano un protocollo HTTP non criptato.
Nel 2021 la situazione è notevolmente migliorata: nessuna delle app oggetto di studio utilizza HTTP e nessun dato viene inviato se il protocollo non è sicuro,
rassicura la società informatica.
Purtroppo permangono ancora oggi notevoli problemi legati alla privacy. Si tratta di questioni critiche relative a quattro elementi in particolare.
1. La registrazione utilizzando i profili social (Instagram, Facebook, Spotify etc)
Sicuramente comoda, ma anche rischiosa: per facilitare la creazione e l’aggiornamento del proprio profilo, permette alla dating app di accedere a informazioni base e alle immagini presenti negli archivi dei social stessi.
2. La richiesta di informazioni personali (come luogo di lavoro o università frequentata)
Si tratta di dati che consentono di individuare più facilmente i profili social degli utenti delle app di incontri e, a seconda delle loro impostazioni sulla privacy, anche una serie di altre informazioni personali,
avverte Kaspersky.
Mai capitato di risalire all’identità di qualcun*, partendo dalle informazioni presenti su un profilo di Tinder o condivise via messaggio? A me ben più di una volta (e ne ho anche scoperte di belle!).
3. La geolocalizzazione con condivisione della propria posizione
App come Happn, Her, Bumble e Tinder obbligano gli utenti a condividere la propria posizione.
Altre, come Mamba, condividono informazioni sulla distanza degli utenti.
Happn ha, invece, una funzionalità aggiuntiva che consente agli utenti di vedere quante volte e in quali luoghi i match hanno incrociato il proprio percorso,
analizza Kaspersky.
Proprio su questo si basa il funzionamento di happn: su scintille che scoccano dal vivo, incrociandosi per strada, al parco, al bancone del bar e che prendono fuoco sui monitor degli smartphone.
Di happn e di questo limite legato alla geolocalizzazione ho parlato anche in Dating app, quale scegliere? Guida e recensione.
4. La possibilità di portare fuori dalla dating app immagini, bio e messaggi
Mamba è l’unica applicazione che consente agli utenti di sfocare le proprie foto gratuitamente, mentre Pure è l’unica che impedisce gli screenshot delle chat.
Quando queste pratiche non vengono vietate (anche su Facebook Dating questa opzione dello screenshot non è attivabile) gli utenti hanno la possibilità di condividere chat e foto senza il permesso degli interessati, potenzialmente per scopi di ricatto e doxing (ossia la diffusione pubblica di informazioni private per denigrare o far del male alla vittima).
Vulnerabilità al cyberstalking e al doxing
L’accesso a dati come posizione, luogo di lavoro, nome e cognome, messaggi con contenuti anche personali rende gli utenti vulnerabili al cyberstalking, allo stalking fisico e al doxing.
Nella maggior parte delle dating app al momento la possibilità di una maggiore e migliore tutela della propria privacy è affidata alla disponibilità economica: se paghi ottieni maggiore protezione. Ad esempio, le versioni a pagamento di alcune app consentono agli utenti di specificare manualmente la propria posizione o di sfocare le foto.
Molte app hanno aggiunto versioni a pagamento che includono opzioni aggiuntive, spesso legate al miglioramento della sicurezza degli utenti. Alcune versioni a pagamento di app come Happn invece offrono agli utenti una modalità di navigazione “in incognito”, grazie alla quale gli utenti possono nascondere il proprio profilo agli estranei e a coloro su cui non hanno fatto “swipe right”,
si legge nella nota diffusa da Kaspersky.
Mi auguro che in futuro queste opzioni saranno disponibili in modo gratuito per tutte le app.
Come tutelare la propria privacy sulle app per incontri?
La cosa migliore che gli utenti possono fare per preservare la loro sicurezza è stare attenti ai dati personali che condividono, sia sui loro profili che in chat,
commenta Tatyana Shishkova, esperta di sicurezza di Kaspersky.
Dei rischi legati all’utilizzo di dati sensibili degli utenti ho parlato anche in Prima di chattare, leggere attentamente il bugiardino e in The social dilemma è un dilemma anche per Tinder? .
Per approfondire la questione della sicurezza delle app di incontri si possono trovare altre informazioni su Securelist.
Qualche consiglio per preservare la propria sicurezza quando si utilizzano le app di incontri? Ce lo danno gli esperti di Kaspersky!
- Non condividere nel profilo troppe informazioni personali (cognome, datore di lavoro, foto con amici, opinioni politiche, …)
- Non collegare altri account di social media al profilo creato sulle dating app
- Selezionare la posizione manualmente, se possibile
- Utilizzare l’autenticazione a due fattori, quando consentito
- Eliminare o nascondere il proprio profilo se non si utilizza più l’app
- Prediligere, specie in una prima fase di conoscenza, le chat integrate nelle app di incontri. Se si decide di passare ad altro canale, impostare la chat in modo da proteggere le proprie informazioni private.
La società informatica propone anche soluzioni ad hoc per migliorare la sicurezza dei propri dispositivi, rilevando attività potenzialmente dannose o sospette, verificando la sicurezza dell’URL che si sta visitando.
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Cosa ne pensate? Come gestite la condivisione delle vostre informazioni personali sulle dating app? Pensate che il tema del trattamento e della protezione dei dati debba essere gestito meglio o in modo differente dalle società che si occupano di incontri online?
Potete commentare qui sotto, oppure scrivermi all’indirizzo mail raccontami@storiedachat.it. Per aggiornamenti sui prossimi articoli del blog e sul mondo del dating online ricordo il canale Telegram e la pagina Facebook.
In copertina: “The Social Network”, David Fincher, 2010